Pellegrinaggio a Poffabro impetratorio della salute con dono di un dipinto del Beato Marco per il Comitato pro causa di canonizzazione e i devoti del cappuccino.

Le convinzioni del parroco mons. Sergio Moretto e delle animatrici spirituali, le monache benedettine uscite eccezionalmente per l’occasione dalla clausura, sono state ricambiate dai ben ottanta partecipanti saliti qui a pregare l’apostolo contro il male pestilenziale e anche a riscoprire il santuario in Pian delle Merie che non fu costruito come altrove nel Nord Est a ricordo della peste veneziana del ‘600 ma per un voto sciolto dalla popolazione locale a fronte del dilagare dell’epidemia di colera di 150 anni fa. Una storia che ulteriormente viene a qualificare la nuova attenzione alla Valcolvera che ora si appresta a ricevere i visitatori dei suoi presepi: il via domenica 5 dicembre, alle ore 17, muniti di green pass, sempre nella maestosa chiesa di Poffabro.Frattanto, un altro segno in onore del Beato Marco è stato posto a cura del Comitato a Pordenone. Nella Casa delle Elisabettine della città, via Padre Marco d’Aviano 1 (il comune ha da poco approntato la nuova tabella con la dizione completa), unica rimasta di una foltissima passata presenza, coincidendo l’anniversario della professione religiosa del frate, è stato benedetto dall’arciprete di San Marco mons. Otello Quaia un altro suo ritratto, pure dono del pittore Andrea Susanna. Le Suore Terziarie Francescane Elisabettine sono legate alla causa da “eleganze della provvidenza”, come chiamava padre Venanzio Renier certe coincidenze: nascita di Padre Marco il 17 novembre nel giorno della patrona della congregazione Santa Elisabetta d’Ungheria; beatificazione di Padre Marco il 27 aprile nel giorno della memoria annuale della fondatrice la Beata Elisabetta Vendramini; e, da non dimenticare, triduo di preghiera affidato da San Leopoldo a Padova 80 anni fa (1941) alle suore elisabettine della clinica Arcella in favore del bambino, lì ricoverato, al quale esse applicarono una medaglia con l’effigie del Padre Marco in considerazione della grave forma di meningite che lo affliggeva e da cui guarì subito inspiegabilmente: è quella preghiera d’intercessione del padre e delle suore che ottenne il miracolo e poi il riconoscimento di Marco d’Aviano beato.

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