MARCO “D’EUROPA”: CAUSA A VOCAZIONE INTER-DIOCESANA E INTER-NAZIONALE, BEATO CATTOLICO VERAMENTE

IL LAVORO DEL COMITATO SENZA E AL DI LÀ DEI CONFINI. MOMENTI DILATATI TUTTO AGOSTO

“Marco d’Europa” è stato il filo conduttore del programma portato avanti dal Comitato Beato Marco soprattutto nell’ultimo anno, coincidente nel 2018 con il centenario di chiusura della Grande Guerra che vide contrapposte Italia e Austria, nazioni oggi amiche, che furono di spola dell’attività diplomatica del Nostro e rispettivamente di nascita e di morte e sepoltura di lui. Si è cercato così di superare gli ambiti locali, già in vita angusti a Padre Marco (nella nostra diocesi mai neppure predicò!), di conoscenza e comprensione di una figura grandiosa di figlio del Friuli perché a caratura europea. Essa necessita di una promozione a raggio interdiocesano e internazionale: il “carisma” di Padre Marco è questo ed è esso a motivare il prosieguo della causa della sua canonizzazione e muovere l’azione del Comitato, dandone un senso profondo.

Lo sguardo è andato in particolare a quella parte di continente che maggiormente interagisce con la regione natale del cappuccino. Già nei due anni precedenti si erano tenuti viaggi in Carinzia (1° ottobre 2016: 159 partecipanti a Villaco/Spittal/Milstatt ricordando i miracoli del Beato Odorico) e in Slovenia (17 agosto 2017: 103 partecipanti ad Aidussina-convento, a Brezje-santuario nazionale e nella capitale Lubiana). L’anno di “Marco d’Europa” ci ha poi visti (9-14 settembre 2018) nel cuore della Mitteleuropa, ancora insieme alla memoria del pure francescano, friulano e internazionale Beato Odorico da Pordenone: a Praga, dal Nostro visitata, e nella “sua” Vienna, in ambedue le capitali europee coinvolgendo i nostri connazionali (in quella austriaca torneremo in sessanta a 320 anni dal transito). Si è così potuto, fra l’altro, iniziare la divulgazione in ambiti vasti della biografia “Il beato che salvò l’Europa” (del friulano d. Marcello Bellina) edita dal Comitato un anno fa insieme al tributo di riconoscenza al primo propulsore della religiosa e storica figura di Marco d’Aviano (lo fece per trent’anni in Friuli), padre Venanzio Renier, nel decennale della morte: su di lui il Comitato ha editato il volumetto “Amico dei santi”.

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