La mostra “Luciani, il papa nostro” a Sacile fino a Tutti i Santi

Il pellegrinaggio dei promotori a Longarone e a Canale d’Agordo

La mostra itinerante, iconografica e devozionale, “Luciani, il papa nostro” è approdata a Sacile. Confezionata in ambito salesiano a Pordenone, privilegia foto di presenze del vescovo e cardinale Luciani nella forania sacilese e nella regione FVG. Integrata da un ottavo pannello sulla recente beatificazione (le cento foto sono state così abbondantemente superate), è stata ospitata nei giorni scorsi a Palazzo Ragazzoni dove ha fatto da sfondo alla conferenza tenuta nell’ambito della rassegna “Ascoltare, leggere, crescere” da mons. prof. Ettore Malnati, del clero di Trieste, autore con Marco Roncalli di una nuova biografia di Luciani, e presenziata, fra gli altri, dal sindaco Carlo Spagnol, dal vicario generale di Vittorio Veneto mons. Zagonel, dall’arciprete don Papa e dal rappresentante della diocesi di Concordia-Pordenone don Lazzarin. Ora è esposta in duomo fino al 2 novembre, dopo le tappe alla Santissima sul Livenza – qui con inaugurazione segnata dalla significativa omelia dettata da mons. prof. Piersante Dametto, già abate parroco di Oderzo e già rettore del Seminario vescovile di Vittorio Veneto, sacerdote ordinato dal vescovo Luciani – e a Villanova di Prata, qui con presenza anche di tutti i seminaristi di Pordenone.Frattanto il 17 ottobre, ricorrendo il 110° dalla nascita del papa beato nostro (17 ottobre 1912), il Comitato promotore è stato pellegrino da Pordenone a Canale d’Agordo, allora chiamata Forno di Canale. In 53 hanno fatto tappa prima a Erto, nella Valle del Vajont, e a Longarone, ove – fra le vittime del disastro di cui è ricorso nelle settimane scorse l’anniversario – è sepolto, unica non vittima, mons. Gioacchino Muccin, “vescovo di Papa Luciani” e “vescovo del Vajont”.  L’onore alla sua tomba e ai 1910 morti del disastro, sepolti numerosi nel cimitero monumentale di Fortogna, ha commosso in primis i nostri preti presenti al pellegrinaggio: mons. Pietro Cesco e, dalla Casa del Clero di San Vito, don Matteo Pasut e don Battista Del Frari: qui si era tenuta una conversazione ai venti preti anziani ospiti sul nuovo beato “papa nostro” il 28 settembre, anniversario della sua subitanea morte. Dopo lo splendido, soleggiato giro dolomitico attraverso la Val Zoldana con discesa in territorio ladino a Selva di Cadore e passaggio lungo il lago di Alleghe, il pomeriggio è stato dedicato alla visita della casa natale del papa beato acquistata dalla diocesi di Vittorio Veneto e aperta da poco e al museo multimediale MUSAL. La celebrazione eucaristica è stata quindi presieduta nella contigua chiesa arcipretale di Canale, con omelia ricca di ricordi personali, da mons. Lino Mottes, allievo di don Luciani e già segretario del compianto “nostro” vescovo di Feltre e Belluno Muccin, nonché arcidiacono per 32 anni di Agordo, nel cui duomo, ove don Albino fu cappellano per due anni, la trasferta si è conclusa con apprezzamento e gioia unanimi. wa

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