IN VALCANALE, TERRA PLURILINGUE: MARCO “D’EUROPA”!

L’esordio del calendario si era avuto però l’8 agosto, prima pregando a Moggio Udinese (ora media con le monache Clarisse, tre di esse nostre condiocesane), poi visitando a Gemona frati e suore francescani. La meta era la Valcanale dei Tre Popoli del Lussari, esattamente la splendida Valbruna, dove le lapidi murate in facciata della chiesa sono trilingui: e infatti la preghiera per la salute è stata qui recitata a fine messa in italiano, tedesco e sloveno . In terra d’incontri fra etnie, dunque: nello spirito dell’Europa, che deve preservarsi sempre pure dall’altro virus, quello del conflitto, che fu nel Novecento così violento da queste parti. Padre Marco insomma è stato e viene presentato quest’anno ancora come apostolo di pace, e anche contro quello che lui chiamò “male pestilenziale”. Come tutti i grandi e tutti i santi, egli è di perenne attualità! E sarà dall’ulteriore dilatazione dei valori spirituali e culturali che caratterizzano questa causa di livello, storico e anche pastorale/sociale – pensiamo a quello dell’unione fra i popoli cui è vocato specialmente il Friuli Venezia Giulia, regione sintesi dei ceppi linguistici del vecchio continente – che dipenderà l’auspicata proclamazione di Marco d’Aviano a santo.    

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