Il 30 aprile 2022 ai ponti “Beato Marco” di Tremeacque (presso Ghirano, PN), luoghi di confine e di unità

UNA MESSA MOTIVATA IN QUESTO TEMPO DI URGENTE PACE

Bisogno di “unità delle forze politiche e militari” per “scongiurare il gravissimo pericolo”: lo disse Giovanni Paolo II trent’anni esatti prima a Pordenone, richiamando Padre Marco d’Aviano

Fervente messa “per la pace” celebrata il 30 aprile sera dal parroco di Ghirano (Pordenone, ma diocesi di Vittorio Veneto), sotto la cui giurisdizione ricade la lingua di terra fra i due ponti “Beato Marco” di Tremeacque, mons. Romano Nardin, membro del Comitato per la causa e promotore nel 2014 dell’intitolazione al cappuccino dei ponti medesimi posti alla confluenza del fiume Meduna nel Livenza e al confine fra regioni, province, diocesi. La celebrazione è stata ospitata nel giardino della fattoria sociale “Il Ponte” dove si è potuta esporre anche una riproduzione del dipinto del pittore tedesco Johann Melchior Roos, acquisita di recente a un’asta e la cui prima esposizione è avvenuta nel duomo di San Marco a Pordenone nella domenica della Divina Misericordia anniversaria della beatificazione del Nostro. Nel dipinto (vedi foto), di matrice imperiale austriaca – che accompagnerà ancora le iniziative di quest’estate del Comitato – Padre Marco, accompagnato (alle spalle) dal fido suo padre Cosmo da Castelfranco, chiede di soccorrere un ferito grave ad illustri protagonisti della pagina drammatica della storia europea che fu la battaglia di Vienna del 1683: scena evocativa dei morti, feriti, distruzioni oggi e ancora! Altamente motivata è stata la parola finale del sindaco di Prata di Pordenone Dorino Favot: ha esplicitamente detto che ci sarebbe bisogno in Europa di un leader carismatico alla Padre Marco per risolvere l’attuale conflitto che corre il rischio di sclerotizzarsi o addirittura allargarsi. Naturale pensare all’apporto che sta offrendo papa Francesco in questo che sembra un tempo di Pasqua paralizzato sul Calvario.Nell’introduzione alla messa il Comitato promotore di Padre Marco ha ricordato che quella stessa sera di trent’anni fa – 30 aprile 1992 – papa Giovanni Paolo II, arrivando a Pordenone, teneva un discorso che conteneva un passaggio attualissimo riferito al cappuccino d’Europa.

Il Beato Marco d’Aviano protegga l’Europa perché possa costruire la sua unitàcosì San Giovanni Paolo II ai pellegrini presenti diciannove anni orsono alla beatificazione del Nostro. Il perché il papa polacco stimasse tanto la sua causa lo aveva esplicitato già undici anni addietro come stasera a Pordenone. Disse, davanti al Municipio: “Padre Marco da Aviano [è] conosciuto anche nella mia Patria per il contributo spirituale offerto all’unità delle forze politiche e militari dalle quali fu scongiurato, nel 1683, attorno a Vienna, il gravissimo pericolo che incombeva su tutto l’Occidente cristiano”. Quanto bisogno c’è pure adesso di un “contributo spirituale” forte perché pace sia! Di qui la necessità di pregare, incessantemente, Dio Onnipotente. E anche di una “messa per la pace” che proprio oggi, 30 aprile 2022, invoca l’intercessione del frate d’Europa che lo stesso papa Wojtyla definì “profeta disarmato della misericordia divina (si ponga mente a quell’aggettivo, “disarmato”!). È fortemente simbolica pure la sede di questa assemblea di fede contro la guerra: i due ponti qui sul Meduna e il Livenza, luoghi di unione, perché l’Europa – ripetendo le parole dette allora/oggi a Pordenone dal santo papa – ha tanto bisogno dell’“unità delle forze politiche e militari” per “scongiurare il gravissimo pericolo [attuale]”. Ricostruiti in ferro cent’anni fa (1922) dopo la grande guerra, i ponti di Tremeacque, per il nome che portano del “carismatico uomo di pace” (come si legge nella lapide indicativa posta nel 2014), hanno “titolo” per parlarci della necessità urgente di gettare ponti di pace. Qui si incontrano comuni (Prata/Pasiano/Mansué) e province (Pordenone/Treviso), parrocchie e diocesi (Concordia-Pordenone/Vittorio Veneto), e le due regioni e popoli del Friuli e del Veneto. Da qui salga la preghiera umile e fervida che invoca pace, primo dono pasquale. Dio ci scampi dalla guerra e converta i potenti alla pace! Dio sollevi le sofferenze del popolo ucraino! Dio ci faccia costruttori di ponti di fraternità, per intercessione del Beato Marco d’Aviano “profeta disarmato”! 

                                                          [Comitato Beato Marco d’Aviano, 30.IV.2022]

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