E’ Quaresima, è il tempo del Beato Padre Marco!

Davvero è così se solo poniamo mente all’itinerario di predicazione “interno” del nostro beato il quale mai una sola volta omise di essere fedele all’impegno del “quaresimale” che toccò ogni anno, nei ventritrè di attività pubblica, altrettanti pulpiti di Veneto, Friuli, Trentino e Lombardia, cui ne sono da ggiungere altri precedenti all’estate 1676 della sua manifestazione taumaturgica. Ma l’appello alla riconciliazione risuonò forte sempre anche durante i viaggi “esterni” durante i quali il cappuccino diffuse a molte genti d’Europa, spiegò, esortò persino con le lacrime a compiere atti di “dolore perfetto”, cioè di sincero pentimento dei peccati davanti a Dio che ci ama di un amore intramontabile. Il suo appello conquistò a una professione di fede più impegnata i cristiani in folla di allora. Ma è un invito perennemente valido, quanto mai necessario, sempre attuale. Tanto più per chi nutre devozione per Padre Marco, cioè sente di trovare aiuti dai suoi esempi sulla via dell’esigente, ma connaturata al battesimo ricevuto, chiamata o cammino alla santità. Papa Francesco l’ha riproposta/o come vocazione prima del cristiano con l’esortazione apostolicaGaudete et Exsultate pubblicata un anno giusto fa, nella solennità di San Giuseppe 19 marzo 2018 e nel sacro tempo quaresimale. Merita di essere letta, almeno qualche passo, e meditata

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