CELEBRATA SUI CONFINI, A 100 ANNI DALLA GRANDE GUERRA, LA FESTA DEL B. MARCO “D’EUROPA”- Cronaca delle celebrazioni

La festa agostana di quest’anno 2018 ha toccato – si può dire – i quattro angoli del Friuli Venezia Giulia e in particolare il confine orientale d’Italia. Il Beato Marco, del resto, è l’apostolo che invita oggi a guardare oltre i confini nella ricerca della pace e per la costruzione di un’unità sempre più necessaria in Europa: essa sola è medicina contro la guerra, che cent’anni fa insanguinò soprattutto questa terra vocata non allo scontro ma all’incontro fra i popoli. La reliquia del cappuccino è stata portata dal Comitato pro causa di canonizzazione con questi sentimenti – ricordando l’immane tragedia della “grande” Guerra quando Italia e Austria, le due nazioni legate alla vicenda storica del Nostro, erano nemiche (e oggi invece sono grandi amiche) – in territori sensibili, fino al 1918 appartenenti all’Impero austroungarico: a Gorizia, la città tagliata dal confine, e per la prima volta a Trieste l’11 agosto; e nel Tarvisiano, crocevia d’Europa, domenica 12 agosto, completando qui l’esperienza dell’anno passato nello “spirito dei tre popoli” proprio del santuario mariano del Lussari, dove confluiscono genti germaniche, latine, slave.

-A Gorizia l’11 agosto si è pregato, dalle Suore di Nostra Signora (hanno casa madre in Baviera) con le comunità di vita consacrata femminile nelle tre lingue – italiano, sloveno e tedesco – che ancora si parlano in esse e ci parlano di un passato glorioso di questa città all’interno di un impero transnazionale. A Trieste, lo stesso giorno, entusiasmi sono stati manifestati, al rosario e alla messa con bacio alla reliquia, dal rettore padre Luigi Moro e dai Servi del Cuore Immacolato di Maria del Tempio di Monte Grisa, che hanno fatto al Comitato concrete proposte per riproporre Padre Marco nella città già porto degli Asburgo fra i quali il Nostro è sepolto a Vienna. Visitate a Prosecco pure le monache benedettine, una delle quali, presentissima, è nata a Vienna nel giugno 1918, quando là si procedeva alla prima ricognizione dell’urna di Padre Marco la cui cassa veniva spezzata per farne reliquie, ora incastonate dal Comitato nella nuova immaginetta del Beato Marco taumaturgo diffusa per questa festa. Nel Tarvisiano il 12 agosto si è fatto tappa nelle chiese di Fusine in Valromana e di Coccau (giusto sull’attuale confine italo-austriaco), presenti molti turisti (la festa del Beato Marco è anche una festa ferragostana) aiutati a comprendere il valore europeo del Nostro e dei luoghi in cui si trovavano dalle omelie di don Luigi Stefanuto, presidente del Comitato.

-Dopo queste prime giornate, la memoria liturgica di lunedì 13 agosto ha visto il succedersi di messe anzitutto in luoghi tradizionali. Da ricordarsi la presenza di frati cappuccini alla concelebrazione serale della locale Unità Pastorale a Villotta d’Aviano presieduta da mons. Pellegrini. Inoltre la reliquia è stata baciata, e il Beato Marco ricordato con un’opportuna predicazione, in mattinata a Pordenone: al Cristo, già chiesa retta dai frati, e al santuario mariano cittadino delle Grazie dotatosi di una reliquia propria. La vigilia questa era stata onorata, per la prima volta, nella concattedrale di San Marco (omelia dell’arciprete mons. Quaia), oltreché nella chiesa dell’Ospedale civile (qui con intervento del benemerito don Terziano), con una coda secondo tradizione domenica 19 agosto nel santuario della “Santissima” alle sorgenti del Livenza (Polcenigo), già francescano e molto frequentato (omelia di mons. De Zan), anch’esso posto su un confine, quello fra le diocesi concordiese e vittoriese, cioè fra genti venete e friulane.

-Pomeriggio del 13 agosto dedicato ai vespri della festa, celebrati con solennità ancora con comunità religiose femminili: Elisabettine della città di Pordenone e quindi Suore del Santo Volto di casa madre a San Fior (diocesi di Vittorio Veneto), qui presieduti da mons. Romano Nardin, membro del Comitato: due momenti significativi e in linea con le ispirazioni di padre Venanzio, che non si deve mai dimenticare nelle cose del Beato Marco e che quest’anno è stato particolarmente “presente” ricorrendo il decennale della sua “nascita al cielo”. –Strumenti che hanno aiutato la celebrazione della festa 2018 sono stati gli ultimi “frutti” dell’impegno del Comitato: la rinnovata, aggiornata, completata, arricchita biografia intitolata Il beato che salvò l’Europa opera di don Marcello Bellina (prefazione di mons. Guido Genero); la pubblicazione Amico dei santi in ricordo di padre Venanzio; il citato santino con reliquia ex capsa sepulcri e anche un’altra immaginetta con foto di una scultura a Fontanafredda (Pn).

-E ora è il tempo della partenza per il viaggio europeo a Praga e Vienna che si terrà in onore dei beati frati Odorico da Pordenone, “della stirpe boema” (7° centenario della sua partenza per l’Oriente, 1318-2018), e Marco d’Aviano dal 9 al 14 settembre, comprensivo del giorno anniversario (12 settembre) della liberazione della capitale d’Austria, dove, il 13 settembre dopo la messa nella Kapuzinerkirche, il noto storico Franco Cardini terrà una lezione su Marco d’Aviano, presente pure la comunità dei connazionali italiani là residenti.                                                                                                                                                                                                           Walter Arzaretti

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